Al Ministero dell’Interno si stanno analizzando una serie di interventi pubblici dei giudici e le loro opinioni espresse pubblicamente o attraverso rapporti di collaborazione o vicinanza con riviste sensibili al tema degli stranieri come “Diritto, immigrazione e cittadinanza” o con avvocati dell’Asgi (associazione studi giuridici per l’immigrazione) che hanno difeso gli immigrati contro il Viminale.
Una sorta di «screening» sulle posizioni personali espresse dai magistrati di Firenze che martedì hanno bocciato il provvedimento sulle «zone rosse» e da quelli di Bologna che pochi giorni fa avevano obbligato il comune ad iscrivere all’anagrafe della città alcuni richiedenti asilo, contro il parere del ministero.
Un atto grave, che rischia di gettare discredito sull’intera funzione giudiziaria e di provocare perdita di serenità da parte di chi la esercita.